lunedì 12 gennaio 2015

Abstract_CODING … “CREATIVING- Indire decreto 1102 del 2015

FORMAT PER LA PRESENTAZIONE DELL’ABSTRACT (all. B)

Selezione pubblica mediante procedura comparativa per titoli finalizzata alla creazione di una graduatoria per esperti nell’uso educativo del coding nella scuola primaria per il Progetto PON DIDATEC corso Base (D-5-FSE-2010-1).

All’Istituto Nazionale
di Documentazione, Innovazione
e Ricerca Educativa (Indire)
Via M. Buonarroti, 10
50122 Firenze
                             Titolo dell'esperienza
_CODING … “CREATIVING

Autore
_Tommasino Angela Maria____
                                   
                                       L'esperienza
(min 2500-max 3500 caratteri)

            Si raccomanda all'autore di indicare il contesto e il problema didattico o educativo da cui origina l'esperienza, la soluzione sperimentata nonché i principali esiti.

L’insegnamento dell’informatica nella scuola primaria è stato avviata dai programmi del 1985 che proponevano, tra l’altro,  lo studio della numerazione multibase  e la costruzione di diagrammi di flusso. Di fatto tale insegnamento non ha mai avuto
inizio per un equivoco di fondo mai affrontato: la scuola avrebbe dovuto attivare sia la didattica col computer, utilizzando le dotazioni multimediali per migliorare l’efficacia dei processi di insegnamento – apprendimento (cosa che è stata fatta, anche se con ritardi ed in modo parziale), sia la didattica del computer, intesa come studio della macchina e del suo funzionamento e come acquisizione delle capacità di padroneggiare e guidare la macchina. Dopo quasi trent’anni, col coding, cerchiamo di superare l’handicap accumulato e cerchiamo di mettere in pratica l’insegnamento di Barak Obama, che recentemente ha suggerito ai ragazzi americani: «Non comprate un nuovo videogioco, fatene uno. Non scaricate l’ultima app, disegnatela».
L’esperienza qui riportata è iniziata negli anni scorsi, è proseguita nel corso del corrente anno scolastico nell’attuale classe III della scuola primaria di San Rufo (SA) ed ha riguardato le seguenti attività:
a)       Studio operativo – manipolatorio delle numerazioni non decimali (in particolare la binaria e la base 7), trasformazioni numeriche tra le diverse basi ed esecuzione di operazioni nelle basi studiate.
b)       Costruzione di diagrammi di flusso per la rappresentazione logico – operativa di alcuni processi di studio (all’inizio è stata adottata solo la struttura sequenziale, successivamente si è introdotta la struttura alternativa; non si è introdotta la struttura iterativa per le sue oggettive difficoltà in rapporto all’età dei bambini).
c)       Presentazione di alcune istruzioni del linguaggio Pascal.
d)       Partendo dal diagramma di flusso, i bambini hanno elaborato un semplice programma per il calcolo dell’area del rettangolo in linguaggio Pascal con il seguente listato:
program CalcoloAreaRettangolo;
var A,B,H:real;
begin
writeln (‘Scrivi il valore della base’);
readln (B);
writeln (‘Scrivi il valore dell’altezza’);
readln (H);
A:=B*H;
writeln (‘Il valore dell’area è’ , A);
readln;
end.
e)      Il funzionamento del programma elaborato è stato testato per verificarne il funzionamento ed è stato oggetto di discussioni e commenti.
L’esperienza ha evidenziato gli esiti che riassumo di seguito:
a)       I bambini non hanno incontrato alcuna difficoltà a lavorare con le numerazioni non decimali, anzi si sono divertiti a vedere che i loro genitori non capivano quello che per loro era “facile”: la loro mente creativa non è ancora incanalata in schemi precostituiti.
b)      I bambini hanno messo alla prova le loro capacità logico – concrete e si sono resi conto che erano loro a “guidare” il computer e non il contrario: erano passati dalla fruizione passiva della tecnologia a quella attiva.  
c)      L’insegnamento delle discipline scolastiche (in questo caso della geometria) ha maggiore efficacia perché fa consolidare le abilità, le implementa da punti di vista diversi e ne favorisce la trasformazione in competenze educative.

San Rufo 12 gennaio 2015
               (data)                                                                                                                                         Firma
Angela Maria Tommasino


[1]    Il candidato garantisce la paternità dell’abstract, nonché la originalità e titolarità di ogni diritto afferente all’elaborato, anche nel caso in cui si riferisca ad una esperienza che abbia coinvolto altre persone                           

sabato 10 gennaio 2015

Tommasino Angela Maria ,
insegnante a T.I. in servizio
presso la scuola primaria di
San Rufo Cap (SA) -I.C. Sant'Arsenio SA
angelamaria.tommasino@istruzione.it
cell. 3473004048
Via Mazzini 90
84030 San Rufo SA

Centro studi per la scuola pubblica”
sabato 25 febbraio 2012
www.cespbo.it
Bologna – Sabato 25 Febbraio 2012
Didattica resistente:
ora e sempre resilienza!
La didattica sotto assedio nella scuola primaria
e le idee per contrastare l'arretramento.


TITOLO DELL’ATTIVITA’ - Tra Scilla e Cariddi: le sirene tecnologiche e la didattica.
La lettura e la produzione di testi di vario tipo nella scuola primaria costituiscono uno dei principali obiettivi di apprendimento proposti dalle indicazioni nazionali vigenti, ma le criticità operative spesso vanificano tale proposito. Gli insegnanti lamentano un arretramento delle capacità linguistiche degli allievi ogni volta che una generazione scolastica si avvicenda a quella precedente: si rilevano un linguaggio povero e contratto, la difficoltà ad organizzare un discorso di senso compiuto, una scrittura vuota di contenuti, pensieri ed emozioni, oltre che incomprensibile e piena di errori/orrori. Addirittura si nota la rinuncia a leggere e a comunicare verbalmente. E’ una deriva che va fermata. Occorre costruire nuove strategie didattiche per ridare al linguaggio verbale la sua insostituibile funzione comunicativa e riflessiva che lo pone in posizione di interdipendenza con il pensiero.

IPOTESI DI SOLUZIONE
Si è passati dalla costruzione individuale della cultura con l’utilizzazione prevalente del linguaggio verbale che comportava procedimenti conoscitivi logico-sequenziali unidirezionali, basati su nessi di causalità e cronologicità, ad un apprendimento multimediale caratterizzato da flash aperti con videate successive, con informazioni in linguaggio verbale, sonoro e visivo (immagini o filmati) simultanei, con fenomeni di abbagliamento che rendono faticoso stabilire nessi logici tra i dati percepiti.
L’acquisizione della conoscenza diventa un “navigare” in un mare di stimoli informatici che rende difficoltose la strutturazione della conoscenza e la connessione logica dei diversi segmenti conoscitivi.
L’apprendimento abbandona la tradizionale sequenzialità per configurarsi come una struttura a semilattice, con informazioni puntiformi che costituiscono i punti di interconnessione della rete.
Si evincono due considerazioni: la multimedialità è un fenomeno inarrestabile col quale, volenti o no, bisogna fare i conti attrezzandosi per comprendere, gestire ed orientare i nuovi modelli di apprendimento; essa attualmente costituisce a volte un abbagliamento collettivo che ci può allontanare dalla cultura, ma dovrà diventare un ambiente cognitivo che facilita e migliora l’apprendimento.

PROPOSTA DI ATTIVITA’
La “lezione” multimediale dovrà essere accuratamente preparata dall’insegnante che dovrà presentare l’argomento di studio, selezionare gli oggetti multimediali da utilizzare (filmati, immagini, suoni, testi), raccordarsi con i docenti delle altre discipline che devono trattare lo stesso argomento, conoscere la sitografia dell’argomento per eventuali ricerche nella rete web durante la “lezione”, gestire la rete didattica del laboratorio in cui si lavora interagendo individualmente o collettivamente, personalmente o via computer con gli allievi facendoli esprimere con un’ampia varietà di linguaggi, interagire online con altri soggetti eventualmente coinvolti, concludere la “lezione” sintetizzando il lavoro svolto e illustrando le finalità e i risultati raggiunti. Rispetto alla lezione tradizionale il ruolo dell’insegnante si modifica, ma non viene sminuito. Egli continua a stimolare gli allievi nella costruzione del sapere, ma utilizza strumenti di trasmissione molto più potenti della sola parola (che pure continua a rivestire un ruolo fondamentale), va ad incontrare i diversi stili di apprendimento dei giovani, ottimizza l’utilizzazione delle capacità di apprendimento degli allievi. La “lezione” diventa simile a delle trasmissioni televisive di divulgazione culturale di largo successo, con il fattore umano al centro della scena e l’operatore – docente che conferisce struttura e senso al fluire delle informazioni.
Ma il problema di partenza non era la lettura e la produzione di testi di vario tipo nella scuola primaria ? E perché ho parlato di tutt’altro? Ma veramente ho parlato di tutt’altro ???

TECNOLOGIA
·         L’e-book: è leggero, maneggevole, si porta dappertutto, può contenere diverse migliaia di volumi digitali, senza retroilluminazione va incontro alle attitudini dei ragazzi che preferiscono ormai leggere da uno schermo e non da un libro di carta. I prezzi stanno scendendo e risolve anche il problema del peso degli zaini.
·         La videoscrittura: chi elabora un testo scrivendo con la penna compie uno sforzo di riflessione iniziale cercando di mettere a fuoco i punti da trattare, la loro strutturazione, i contenuti da inserire, i passaggi da evidenziare; chi scrive al computer riflette mentre scrive, tanto gli errori si correggono senza lasciare traccia, le parti si spostano col taglia e incolla e si possono sempre inserire cose omesse.
·         La LIM, il videoproiettore, il computer: la triade tecnologica indispensabile.
·         Internet: tutto il sapere a portata di … mouse, ma attenti all’affidabilità delle fonti.
·         La rete didattica: una quantità di funzioni per interloquire con la classe (lavagna distribuita, gestione gruppi, insegnamento individuale o di gruppo, allievo che spiega alla classe, richiesta d’aiuto, ecc.).
Data 20 gennaio 2012
                                                                                                                                                             (Angela Maria Tommasino
INDIRE -Firenze 30 novembre 2011 Decreto n° 260

 “Selezione pubblica per l’individuazione di autori con comprovata specializzazione nell’ambito delle Tecnologie per la Didattica per la realizzazione di contributi didattici finanziati dai Progetti: DIDATEC Corso base (D-5-FSE-2010-1) e DIDATEC Corso avanzato (D-5-FSE-2010-2); Le Tecnologie per la Didattica Corso 1-Progetto per la produzione di materiali didattici (D-5–FSE 2009-4) e Le Tecnologie per la Didattica Corso 2-Progetto per la produzione di materiali (D-5-FSE 2009-2)”

venerdì 9 gennaio 2015

A SCUOLA SENZA ZAINI

A scuola senza zaino

PON DIDATEC corso Avanzato A.s. 2012/2013

Tutor
Maria Rosaria Cimino

Corsista
Angela Maria Tommasino


Descrizione del contesto

Il Progetto “Verso senza zaino” realizzato nell’a. s. 2007/2008 raccoglieva il meglio dell’elaborazione psico – pedagogica degli anni precedenti (psicologia umanistica, destrutturazione dell’aula, sistema formativo integrato, ecc.) per costruire una comunità educante che coinvolgeva i principali attori educativi (bambini, docenti, famiglie) e proponeva attività scolastiche motivanti, suggestive e di alto valore educativo. Oggi la dizione “senza zaino” rimanda alla sostituzione dei sussidi didattici e del materiale didattico con strumenti informatici, software applicativi e prodotti digitali.Non si tratta di due progetti completamente diversi tra di loro aventi solo un’apparente vicinanza terminologica. Ritengo si tratti della possibilità di proseguire il progetto originario integrato dalle nuove tecnologie didattiche.
Quadro sintetico sugli studenti

Per avviare il Progetto va fatta una valutazione diagnostica dei bambini della classe per conoscere approfonditamente la loro personalità e la loro individualità.
 La classe  composta da 10 alunni, 5 maschi e 5 femmine, tutti regolarmente frequentanti, si presenta all’inizio dell’anno scolastico alquanto eterogenea circa il possesso dei prerequisiti culturali, cognitivi e linguistici specifici. Si rileva , inoltre, l’ambiente socio-familiare di provenienza e il livello culturale della classe , che è medio-basso e si tiene conto delle scarse sollecitazioni culturali, in relazione al possesso dei prerequisiti. A tal proposito la si divide in tre fasce di livello:

  • Un gruppo di alunni evidenzia buone capacità intellettive e un impegno discreto e adeguato alle loro capacità. Sono arrivati a scuola già esperti nell’uso di telefonini, computer, tablet. Hanno sviluppato sensibilità, stili di apprendimento, modalità di interazione interpersonale completamente diversi da quelli tradizionali.
  • Un cospicuo gruppo, invece, possiede una sufficiente capacità di comprensione e di rielaborazione dei messaggi; sempre guidati dal docente nell’esecuzione del lavoro scolastico.
  • La restante parte della scolaresca presenta, infine, una preparazione alquanto lacunosa, necessitando la guida costante del docente.

. Metodologie e risorse abitualmente utilizzate

Didattica multimediale e laboratoriale. Strumentazioni tecnologiche e software che saranno descritti nel paragrafo sulla progettazione dell’ambiente di apprendimento.


Il setting tecnologico

Per l’attività sono  utilizzati vari ambienti della scuola:  il laboratorio multimediale nella quale è istallata una LIM con un efficace collegamento alla rete Internet e alla rete locale.Macchine digitali, software di presentazione  completano il setting tecnologico.
Descrizione della situazione di partenza
Il mio caso vede come protagonisti diversi attori: me stessa, docente di italiano, matematica,scienze,tecnologia nella classe  ,gli alunni che frequentano la seconda classe,i genitori che dedicano e danno alla scuola il loro tempo, le loro competenze lavorative, sussidi, materiali e soprattutto concedono fiducia e disponibilità. gli spazi adeguati e funzionali, l’angolo dei materiali logico – matematici gestito autonomamente dai bambini, la disposizione degli arredi scolastici, le metodologie prevalenti adottate (circle time e attività laboratoriali) trasmettono un senso di operatività, autonomia, autoregolazione proficue e produttive.  


Obiettivi di apprendimento

Gli obiettivi di apprendimento sono quelli individuati dalle nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo.


Descrizione dell’attività

Il progetto “Senza zaini” va inteso come una sperimentazione che deve coinvolgere in più annualità tutti i soggetti educativi, comprese le famiglie. Si devono ideare, progettare, organizzare e realizzare percorsi formativi nuovi che promettono tanto, ma che presentano criticità e presenteranno imprevisti che metteranno a dura prova gli insegnanti. 
La didattica multimediale verrà implementata gradatamente. Ogni lezione verrà preparata da me ricercando e selezionando in rete testi, filmati, immagini attinenti alle problematiche didattico – educative programmate, da mostrare e discutere a scuola. Gli alunni verranno condotti gradualmente, con opportuni stimoli ed aiuti, ad effettuare autonomamente ricerche mirate ed uso ragionato dei dati trovati per affrontare e vivere in modo nuovo le attività didattiche.


La progettazione dell’ambiente di apprendimento

La presentazione degli argomenti attraverso l’utilizzo della Lim e di software di presentazione corredati da immagini e animazioni accattivanti e soprattutto l’utilizzo della rete Internet permetterà agli alunni di progettare ed elaborare un power point. Ciò consentirà loro di sviluppare le proprie idee, presentandole con accuratezza a sé e agli altri, di trovare, interpretare e scambiare informazioni, di organizzarle, di elaborarle, di ritrovarle, di archiviarle e riutilizzarle.



La funzione della tecnologia

Non dobbiamo mai dimenticare che le nuove tecnologie didattiche sono uno strumento, non una metodologia di insegnamento. Il loro uso deve esaltare e facilitare la costruzione di un sistema personale di ideali e valori. Accoglienza, senso di appartenenza, costruzione delle competenze, autonomia di giudizio, capacità di auto orientamento, ecc. sono stati e saranno sempre gli obiettivi di ogni intervento educativo da parte di famiglie e insegnanti che non possono delegare a nessuno i loro obblighi formativi. 


lunedì 7 aprile 2014

...E la Preside non si degnava di una risposta.


RIFLESSIONI

 

Nei contenuti didattici del corso Didatec avanzato  è compreso il materiale di studio: La scuola e ITC.

Alla pagina 9 il materiale di studio La scuola e ITC recita: Il paradigma su cui si basa l’intero piano di scuola digitale puo essere sintetizzato nella massima “portare il laboratorio in classe e non la classe in laboratorio.”

A RIGUARDO DI Ciò

Voglio raccontarvi un fatto di cronaca che mi è successo a scuola l’anno scorso a.s. 2012-2013

Io sottoscritta Tommasino Angela Maria  insegnante di scuola primaria a T. I. su posto comune in servizio  nel plesso di San Rufo cap. negli anni scorsi ho sperimentato  e messo a regime una metodologia di insegnamento basata sulla didattica multimediale. Le attività didattiche vengono svolte con l’ausilio delle tecnologie informatiche utilizzate con frequenza giornaliera in tutte le discipline insegnate da me. Propongo agli alunni immagini, testi, filmati e files audio preventivamente selezionati, che entrano a far parte della lezione giornaliera insieme a tutte le attività didattiche tradizionali. Gli alunni si sono sempre mostrati interessati ed attenti, pienamente coinvolti ed impegnati nelle attività didattico – educative loro proposte. La didattica multimediale viene incontro ai loro stili cognitivi di nativi digitali, che apprendono non solo in modo verbale, ma con la percezione plurisensoriale dei fenomeni e della conoscenza. Si tratta di un tipo di didattica che, pur senza i tablet, è molto simile al quella propugnata dal Sig. Ministro dell’Istruzione.

Non potendo disporre di una LIM, che è la strumentazione più adatta per attuare tali percorsi formativi, ho sempre usato una postazione multimediale posizionata nell’aula della classe I  (computer non usato da altri colleghi, perché altrimenti non mi sarei permessa di utilizzare in modo esclusivo un sussidio destinato a tutta la scuola).Nella metodologia utilizzata usavo frequentemente anche uno stereo ed una seconda cattedra per il duttile spazio di lavoro che offriva.   

Questa metodologia di insegnamento ha dato ottimi risultati didattico – educativi, come risulta dall’apprezzamento costante manifestato dai genitori degli alunni e dalle votazioni riportate dagli allievi, alcuni dei quali già nel primo quadrimestre hanno raggiunto livelli eccellenti attestati dal conseguimento di votazioni di 9/10 e di 10/10.

Alla ripresa del servizio in data 02 aprile , dopo un periodo di assenza, ho constatato che la strumentazione informatica e gli altri sussidi che normalmente usavo non erano più presenti nell’aula della classe I. Ovviamente la collega che mi aveva sostituito, nell’ambito della propria libertà di insegnamento ed in piena autonomia, avendone tutte le facoltà, aveva probabilmente ritenuto di non avere bisogno di tale strumentazione, che attualmente è depositata in un locale della scuola. Ho ripreso le attività didattiche senza la strumentazione preesistente, ma dopo pochi giorni ho dovuto constatare che gli alunni lavoravano con meno coinvolgimento e soprattutto con risultati inferiori a quelli precedenti.Ancor di più ho dovuto constatare che a far spostare la strumentazione durante la mia assenza era stata la Preside

Al fine di poter continuare l’azione didattico - formativa sopra descritta e far risaltare al meglio le attitudini e le capacità dei bambini, chiedevo  alla Preside di poter disporre dei sussidi didattici a ciò indispensabili e chiedevo di poter disporre nell’aula della classe I della strumentazione multimediale, dello stereo e di una seconda cattedra che ho già usato negli anni scorsi e nel primo quadrimestre dell’anno scolastico in corso, considerando anche che tali sussidi non vengono usati da altri colleghi. Fiduciosa in un favorevole accoglimento della presente richiesta, porgevo distinti saluti.

E la Preside?

 

 La preside non si degnava di una risposta.

 

                                                                                                                        

                                                                                                          (Ins. Angela Maria Tommasino)